mercoledì 5 maggio 2010
HOODOO GURUS - Purity of Essence
6/4/2010
Rootshighway
Regola numero uno del buon fuochista: inutile sprecare legna se l'aria è poca, ci sono fuochi che si spengono per naturale calo d'ossigeno e non c'è nulla da fare. Regola numero due: non provare nemmeno a soffiare sul fuoco quando è troppo tardi, si alza solo una fastidiosa nuvola di fumo. Regola numero tre: attenzione però a spegnere bene le braci, basta un solo soffio di vento, una sola scintilla, e, quando meno ve lo aspettate, la fiamma riparte. Dave Faulkner, storico leader degli Hoodoo Gurus, come fuochista non vale evidentemente una cicca. Nel 1996 spinse i suoi Gurus a produrre un disco inutile e sfiatato come Blue Cave, quando era ormai evidente che il loro tempo era finito. Nel 2004 non si è arreso, e ha riunito la band per produrre Mach Schau, che suonava più o meno come se gli AC/DC avessero tentato di scopiazzare i Franz Ferdinand, cioè malissimo. Fortuna nostra però che abbia infranto pure la terza regola, perché è capitato che un giorno si sia svegliato con in mente il riff di Crackin Up, l'abbia subito registrata su un registratore, abbia chiamato il gruppo per dire "dobbiamo registrare…oggi", e così 8 di queste 16 canzoni sono nate in una sola session di registrazione.
La scintilla era accesa, la fiamma è risorta potente come e forse anche più di prima. Lo stesso Faulkner lo definisce uno dei giorni più belli della sua vita, quello in cui una formazione che era morta ha trovato, chissà come e chissà perché, il suono perso nel corso degli anni. La spiegazione è tutta nel titolo, Purity Of Essence, la purezza di essere semplicemente una rock and roll band, una essenza che non viene mai meno, neppure quando l'ispirazione cala e la carica non è più quella dei vent'anni. Faulkner canta con una grinta mai sentita in questi nuovi brani, tutti riusciti, tutti con l'inconfondibile marchio Hoodoo Gurus nel DNA, se è vero che proprio Crackin Up rinverdisce la categoria delle perfette power-pop songs del gruppo (alla I Want You Back o Out That Door), A Few Home Truths ritrova il giro festaiolo che fu di Good Times, Burnt Orange e What's In It For Me riesumano "le invasioni di Marte" a suon di chitarre, e Over Nothing è una delle loro tipiche dark-ballad con echi da spaghetti western, una delle più belle azzarderemmo.
E se al primo colpo i "ragazzi" hanno ritrovato il sound di un tempo (persino le batterie rimbombano come quelle degli anni 80), al secondo hanno pure trovato la forza di inventare e giocare con il soul di I Hope You're Happy, il blues di Ashamed Of Me, il funky-dance tutto ritmo e fiati di Only In America. Per il resto brani grezzi ma vincenti come Let Me In ci insegnano che il rock da garage non si fa con le grandi idee ma con l'energia, che è forse materia ancora più difficile da trovare oggigiorno. Gloria quindi ai redivivi Hoodoo Gurus (oltrettutto riesumati nientemeno che da una major come la Sony), che assieme ai recenti e ugualmente miracolosamente risorti Jason & The Scorchers, sono tornati dai lontani eighties per dirci che questo rock and roll non è morto. E dopo questo decennio di rock depresso e sussurrato, forse ce n'era bisogno.
(Nicola Gervasini)
www.hoodoogurus.net
www.myspace.com/hoodoogurus
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4 commenti:
Purity Of Essence, le tre parole, mi ricordano due cose: un bell'album dei Rumours, ed ovviamente Stanley Kubrick.
Ciao!
Grande Blue! ancora elettrizzato da Ian Hunter? grande concerto ieri sera.
se viene Parker in concerto ci vediamo così magari sentite dal vivo le canzoni dell'ultimo disco mi convincono...io con la band non l'ho mai visto, sempre acustico
quello dei Gurus è un grande disco di rock and roll DOC
Sai chi mi piacerebbe vedere? Bob Seger!
eh per me il sogno erano Seger e Mellencamp, ma temo che li vedrò quando saranno troppo vecchi se va avanti così
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