venerdì 4 febbraio 2011

KID ROCK - Born Free


Trovare l’ultimo disco di Kid Rock recensito su tutte le riviste specializzate (e per giunta con giudizi positivi) è uno shock paragonabile a quello che ha provato la mia generazione quando nel 1995 ha visto un ex presentatore di Deejay Television salire sul palco del Premio Tenco. Kid Rock era il nemico fino a qualche tempo fa, un rapper bianco che si permetteva di scimmiottare le vere rockstar nei loro atteggiamenti più ridicoli, campionare Sweet Home Alabama dandola in pasto al pubblico sbagliato, insomma esattamente quel tipo che vende 11 milioni di copie di un disco pieno di triti clichès e fa incazzare perché qualcuno migliore di lui campa a stento vendendone solo 5000. E’ per gente così che schiere di intenditori hanno per anni riempito pagine di riviste, forum e blog per spiegare al mondo che quello, appunto, non è “vero rock” e neppure “vero rap”, esattamente come quello di Zucchero non è “vero soul”. Di tutto ciò Kid se ne è sempre fregato (la nostra Italia insegna, se hai donne, soldi e successo, perché curarsi delle critiche?), fino al giorno in cui ha invece deciso che era ora di sdoganarsi. E così ha bussato talmente tante volte alla porta del vicino di casa Bob Seger, che questi, pur di toglierselo dalle palle, lo ha invitato a duettare in un suo album, e ora si presta pure a fargli da session-man. Eppure Born Free (Atlantic), con tutti i suoi ospiti d’alto rango (Rick Rubin in regia, David Hidalgo, Sheryl Crow, Zac Brown,…), è proprio quel disco che all’imbolsito Seger non riesce ormai da anni: energico, solare, sognatore, epico, talmente ovvio e semplice da chiedersi se sia davvero nuovo. I grandi artisti e i grandi dischi continuano ad essere altri, ma che a venirci insegnare come si fa un vero blue-collar record sia una mezza calzetta con la fortuna di avere una gran voce ci riempie di speranza, come se fosse davvero possibile svegliarsi un prossimo Natale e scoprire che il cinepanettone di turno sia pure un bel film e Neri Parenti un regista.

(Nicola Gervasini)

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