giovedì 10 febbraio 2011

MOJO MONKEYS - Blessing and Curses


"Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei" dice un vecchio detto, e se vi dicessimo che questi tre vecchi disperati hanno frequentato Keith Richards, Lucinda Williams, Bonnie Raitt e soprattutto Mike Ness dei Social Distortion, che tipo di musica vi immaginate possa uscire dalle tracce di Blessings & Curses? Risposta esatta: blues-rock rauco, riff sporchi affiancati a semi-country paludosi, esattamente quello che ti aspetti da un combo che decidendo di chiamarsi Mojo Monkeys ha marchiato la propria musica prima ancora di suonarla. Già licenziatari di una prima dimenticata opera nel lontano 2000 (Hang, la si trova ancora su CD Baby in ogni caso), Bill Watts (chitarre, dobro e mandolini), Taras Prodaniuk (basso) e il leader David Raven (che le note di copertina segnalano come voce, ma anche suonatore di una "pessima chitarra acustica") vengono da Los Angeles, figli del punk californiano e del blues della zona (tra le loro collaborazioni non a caso anche i Fabulous Thunderbirds e i Black Flag). Raven è personaggio noto in città, attivo fin dal 1980 come batterista al servizio di tantissimi artisti e talmente pittoresco a vedersi, da essere spesso stato usato come caratterista (nella migliore interpretazione di sé stesso) in molte fiction televisive.

Realizzato con l'aiuto di altri validi session-men dell'area (Phil Parlapiano, Marvin Etzioni, Doug Pettibone, Terry Wilson, tutti nomi di casa dalle nostre parti), Blessings & Curses è un album lungo ma mai stancante, pieno di swamp-music caratterizzata dalla voce roca di Raven, Keith-riffs rocciosi (Bodacious), voci filtrate dal microfono dell'armonica e tante mefistofeliche soluzioni produttive che ricordano molto il Tom Waits del periodo Mule Variations. Tra le note che rendono bene l'idea del clima generale, il fatto che ogni brano ha una speciale dedica, la maggior parte destinata ad un immaginario femminile tutto blues fatto di "Kickass Girls", "Red Blooded American Girls", "Bad Girls", "Gigsville Girls" e così via. Tra blues tutto sommato già sentiti ma sempre efficaci (California Alabama, Monkey Thumb) affiora anche qualche brano in grado di innalzarsi dalla media (ottima l'accoppiata Can't Say No e Girl Might Do) o ariose ballate che stemperano un po' i toni da rito voodoo del disco (She'll Be Alright).

In ogni caso sorprese non ce ne sono, o perlomeno nulla che non possa essere già stato fatto o da un Dave Alvin quando era in forma o da John Campbell quando era vivo, e non cambia la storia neppure l'aggiunta di qualche New Orleans-funky (Dirty Money) che dalle parti dei Neville Brothers sono il pane quotidiano. Ma i Mojo Monkeys hanno dalla loro l'energia, la freschezza, e forse anche il fatto che dischi come questo stanno diventando rari, per cui averne per le mani uno buono ogni tanto fa più che piacere. Se siete avvezzi al genere, non perdetelo.
(Nicola Gervasini)

www.medikullrecords.com
www.myspace.com/mojomonkeys77

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