Da allora Crowell ha tergiversato: quattro anni di silenzio per poi produrre solo un poco memorabile tributo alla poetessa Mary Karr (Kin), con un dispiego di forze e grandi nomi (Lucinda Williams, Kris Kristofferson e tanti altri) non coerente con gli scarsi risultati raggiunti. Poi lo scorso anno è arrivata l'indecorosa rimpatriata con Emmylou Harris, autori di un album davvero inutilmente "viscido" come Old Yellow Moon. La Harris non è nuova a marchette di questo tipo: i dischi con Linda Ronstadt e Dolly Parton, ma anche l'avventura con Mark Knopfler, erano tutti obblighi contrattuali da professionista scafata, ma almeno non volavano così basso. La Nashville più ingolfata di zuccheri non si è ovviamente accorta della differenza, e ha coperto Crowell di Grammy Awards, ma per noi l'avventura ricomincia solo grazie a questo Tarpaper Sky. Che non sarà il nuovo capolavoro dell'autore, quanto forse solo la giusta partenza della sua dorata vecchiaia (ridendo e scherzando, l'eterno ragazzo del country ha 64 anni), o il disco della raggiunta velocità di crociera se preferite. Quello che ci piace non è solo il fatto che Crowell è tornato a fare bene quello che meglio sa fare (country-rock d'autore), quanto che il nostro dimostra di essersi liberato da condizionamenti e si è davvero divertito a fare il disco come più gli piace. Le sue classiche ballatone country ci sono , tranquilli, (God I'm Missing You, Famous Last Words of a Fool In Love, Grandma Loved That Old Man), pronte a diventare magari successi per la prossima giovane country-singer della città, ma ci sono anche piacevoli sconfinamenti in altri generi (il rockabilly di Frankie Please, il cajun diFever On The Bayou, il blues Somebody's Shadow, il country-gospel di Jesus Talk To Mama, la border-ballad di I Wouldn't Be Me Without you). Poi il meglio magari arriva quando Crowell fa sul serio con la toccante apertura di The Long Journey Home o nei tributi finali a Guy Clark (The Flyboy & The Kid) e John Denver (Oh What A Beautiful World, con tanto di citazione della famosa Take me Home, Country Roads). Co-prodotto con il tuttofare Steuart Smith, e con qualche ospitata non invadente (Shannon McNally, Will Kimborough, Vince Gill), Tarpaper Sky è un album personale e maturo. L'aveva già fatto forse, ma gli viene ancora bene quando ci si mette d'impegno… |
sabato 21 giugno 2014
RODNEY CROWELL
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