Robby Hecht Robby Hecht (Old Man Henry Records 2014) Amos Lamontagne www.robbyhecht.com |
Ci fa molto piacere che esista ancora un mercato in grado di dare voce ad un nuovo "troubadour" di Nashville come Robby Hecht ("The New American Troubadours" è il titolo del tour promozionale che lo affianca a David Berkeley e Peter Bradley Adams), che poi ci sia posto per tutti nel firmamento della nuova canzone americana è altro discorso invece. Robby Hecht dimostra in questo terzo disco di avere tutto il diritto di partecipare alla festa (si fa per dire…) della canzone country-folk intimista e un po' depressa. Voce alla Amos Lee (somiglianza a volte fin troppo evidente anche nel modo di cantare), strumentazione elettroacustica che fa il verso al Ray Lamontagne più tradizionalista (New York City ricorda proprio un suo brano), e una serie di canzoni che si fanno apprezzare senza troppi entusiasmi. Si segnalano una bella ballata scritta a due mani con Amy Speace (The Sea And The Shore), una soul-ballad con fiati (The Light Is Gone, ma su questo campo Lamontagne avrebbe fatto più faville) o il baldanzoso country di Papa's Down The Road Dead. Hecht ci sa fare anche quando calca la mano sulle atmosfere malinconiche , con una Hard Times che sta dalle parti di Barzin, ma con Barrio Moon, Starse Cars and Bars finisce anche nell'esagerare con i tempi morti. Tante canzoni discrete in uno stile dove altri normalmente hanno già fatto meglio rendono Robby Hecht un valido emulo per completisti del genere. A voi la scelta se concedergli la chance di competere con i nomi di serie A. (Nicola Gervasini) |
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