How would you describe yourself? chiede un divertito David Lynch. As Nothing. As a No-self gli risponde Harry Dean Stanton. Non
traduciamo per non perdere il gioco di parole di uno dei tanti dialoghi che
animavano Partly Fiction, il
documentario biografico che nel 2012 ha consacrato a futura memoria l’ancora
vivo e vegeto ottantottenne Stanton. Un non-protagonista che ha attraversato il
cinema in più di 250 pellicole, di cui forse solo Paris, Texas da vero primo attore. E, anche in quel caso, era comunque
un ruolo silente, quel Travis che Wim Wenders pensò incapace di commentare la
fine del suo matrimonio se non camminando nel deserto. E chi meglio di un
attore che Sam Shepard definisce come “uno che sa che il suo viso è la storia” poteva
incarnare quella afona malinconia? Ma se parliamo ancora oggi del film della
regista svizzera Sophie Huber non è tanto per riconsigliare l’agiografia di un
attore che si è auto-condannato alla carriera di caratterista, quanto perché la
pellicola è divenuta un tale cult tra
gli appassionati, da richiedere a gran voce la pubblicazione in un cd ufficiale
della colonna sonora. Già, perché il buon Harry nel film conversa con Lynch,
Wenders, Shepard, Debbie Harry e Kris Kristofferson inframezzando i ricordi con
alcune personali interpretazioni dei brani che gli sono più cari. Nulla che un
qualsiasi appassionato di musica americana non abbia già in più versioni, pezzi
come Everybody’s Talkin’ di Fred
Neil, la struggente Blue Bayou di Roy
Orbison, Promised Land di Chuck
Berry, l’immancabile Help Me Make It
Through The Night di Kristofferson e
una nuova versione di quella Canción
Mixteca che già Stanton cantava in Paris,Texas. Il problema è che,
nonostante l’impegno del chitarrista Jamie James che lo accompagna, e del
produttore Don Was che interviene ad aggiustare il tiro, messe su disco le sue
versioni non riescono ad andare oltre la semplice testimonianza di un uomo che
non ha mai usato troppo la voce per comunicare, e si sente. Partly Fiction (Omnivore Recordings) è già
un cult-record ancora prima di uscire, ma lo consigliamo solo se siete dei veri
adepti. Proprio perché le cose migliori Stanton le ha dette stando in silenzio.
Nicola Gervasini
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