mercoledì 15 ottobre 2014

STING

Era il 1984: la storia dei Police si era chiusa bene con un disco vendutissimo come Synchronicity e con il singolo di una vita (Every Breath You Take), e Sting pareva a tutti l’uomo giusto al momento giusto. E lui, con il suo stile elegante e affettato, unito a quel tocco di vago e freddo intellettualismo da salotto buono, azzeccò le mosse giuste fin dalle sue prime uscite discografiche da solista, seguendo la nuova onda dello smooth-pop virato a jazz. Un verbo già portato avanti dagli Style Council (e più avanti da Sade, Working Week, Simply Red, e tanti altri), ma che lui rese tendenza con la buona idea di non far suonare jazz a musicisti pop, ma costringere al pop dei veri musicisti jazz. The Dream Of The Blue Turtles (1984), il live Bring On The Night (1985) e Nothing Like The Sun (1986) dettano ancora legge in tal senso, e rappresentano lo zenith della sua carriera. In quei dischi riuscì a calibrare bene il tono ironico di Englishman in New York e quello serioso di Russians e They Dance Alone, offrendo anche momenti di grande musica. Ripetersi non era facile, tanto che, per non sbagliare, decise di prendersi una lunga pausa. Tornò cinque anni più tardi con due dischi ancora validi come The Soul Cages (1991) e Ten Summoner's Tales (1993), dove il successo stava nel mantenere un buon livello pur adottando un suono pop un po’ piatto e addomesticato, senza più l’anima nera dei predecessori. Anche se i suoi dischi non hanno mai smesso di vendere molto, da allora Sting ha avuto sempre difficoltà a ridare un senso alla sua musica, con album senza troppa anima come Mercury Falling (1996, anche se la muder ballad I Hung My Head piacerà molto a Johnny Cash), Brand New Day (1999) e il disastroso Sacred Love (2003). La sua storia pop finisce qui per ora: gli ultimi dieci anni lo hanno visto diviso tra progetti di musica classica (Songs from the Labyrinth del 2006, Symphonicities del 2010), celtica (If on a Winter's Night... del 2009) e un musical (il recente The Last Ship), che lo confermano ormai lontano da un idea di autorialità pop in cui, per almeno i primi quindici anni di carriera, è stato indiscusso maestro.


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