Quando si diventa un punto di
riferimento o un paragone obbligato è segno che si è già lasciato un’impronta
pesante nella storia, e ai Calexico non si può certo negare il pieno
raggiungimento di questo traguardo. Ma per Joey Burns, John Convertino e soci
sembrava davvero giunto il momento di smettere di guardare ad un passato che ha
prodotto dischi importanti e molto influenti come The Black Light (1998) e Hot
Rail (2000), ma che negli ultimi anni stava dando l’impressione di avere il
fiato corto. Edge Of The Sun (Anti) si
annuncia dunque come un disco di svolta, e non piacerà a tutti, se è vero che
la band ha deciso di abbandonare il largo uso di suggestivi strumentali da
colonna sonora (qui ci sono solo i tre minuti di Coyoacan) a favore di una serie di canzoni brevi, orecchiabili e
ben definite. Scelta che si può discutere quella di rinunciare al lato più
sperimentale e caratteristico del loro suono, ma è innegabile che il duo ha
avuto la capacità di mettersi in discussione, calandosi nel ruolo da cantautori
(When The Angels Played, Follow The River),
e lasciandosi soprattutto trascinare dalle emozioni dei molti ospiti in studio.
L’influenza più evidente è quella di Sam Beam, alias Iron& Wine, che impone
il suo ego in molti episodi (Tapping On
The Line, World Undone), mentre
tra i collaboratori si segnalano anche Neko Case, Nick Urata (Devotchka) e
Carla Morrison. Edge Of The Sun diventa così una piccola enciclopedia
dell’indie-rock più roots-oriented di questi ultimi 15 anni, in cui il marchio
di fabbrica Calexico (i fiati mariachi di Falling
From The Sky o l’escursione nel tex-mex del singolo Cumbia de Donde) finisce annegato in un tripudio di melodie accattivanti
(Miles From The Sea), sovra-arrangiamenti
(Bullets & Rockets) e timidi interventi
di elettronica. Se li scopriste con questo album non avreste mai l’idea di cosa
intende la frase “un sound alla Calexico” sparsa in mille recensioni di musica
americana di questi anni, ma potreste anche innamorarvi al primo ascolto di un
disco che sembra nato apposta per la veloce e frammentaria fruizione in
streaming. In fondo, se bisogna adattarsi alla modernità, meglio farlo al
meglio come han saputo farlo loro.
Nicola Gervasini
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