lunedì 16 novembre 2015

DAWES

Sono almeno sei anni che ci provano, e forse ora anche per i losangelini Dawes è giunto il momento del salto di qualità. Il trono dei paladini dell’Americana che fu, lasciato un po’ vacante dai Jayhawks dopo i fasti degli anni novanta, potrebbe davvero essere loro se è vero che All Your Favourite Bands (Hub records), loro quarto album, li scopre maturi e finalmente convincenti, dopo tante promesse tradite da un terzo album opaco. Nati come convinti fautori di un ritorno al West Coast sound alla Jackson Browne (in questo caso To Be Completely Honest lo omaggia apertamente), con questo album la band di Taylor Goldsmith aggiunge una elettricità alla Neil Young al loro solito mix di impasti vocali e melodie aperte, in un gioco che resta derivativo (ma d’altronde anche il titolo dell’album gioca sull’argomento), ma che almeno trova canzoni di gran livello (Somewhere Along The Way su tutte) e suoni ottimamente prodotti dall’esperto Dave Rawlings. Anche se trovano un gusto dell’improvvisazione in studio del tutto nuovo per loro (i nove minuti di Now That’s It’s Too Late, Maria), Il loro sound malinconico resta pulito, potremmo quasi dire radiofonico. Come se gli riuscisse il miracolo di imitare gli Eagles suonando comunque moderni e non troppo costruiti a tavolino. Il futuro del genere era ieri forse, ma il presente trova con i Dawes nuovi interpreti degni della tradizione.

Nicola Gervasini

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