martedì 8 settembre 2009

AMONG THE OAK & ASH - Among The Oak & Ash


24/07/2009
Rootshighway

Il concetto che sta alla base di questo primo disco di un duo che si fa chiamare Among The Oak & Ash è interessante. Il chitarrista e cantante Josh Joplin (5 album al suo attivo come solista) afferma che rispetto a molte simili operazioni che rivisitano la tradizione folk e bluegrass dei monti Appalachi (ne siamo stati letteralmente sommersi in questi anni…), questa loro opera prima non ha cercato a tutti i costi di ricreare il vecchio suono di un tempo. Alla base della scelta non c'è tanto una programmatica intenzione di avanguardia, quanto la perspicace constatazione che gli eroi del folk e delle work-songs degli inizi del secolo scorso erano tutt'altro che dei tradizionalisti o gente che guardava al passato. Per cui per meglio commemorarli anche nello spirito, questo disco parte sì dalla tradizione, offrendo 10 rivisitazioni di traditionals americani, ma cerca anche di svilupparli in un modo fresco e moderno.

Basta ascoltare le energiche riproposizioni di Peggy-O e Angel Gabriel, dove furoreggia il misto di chitarre acustiche ed elettriche realizzato con la compagna di avventura Garrison Starr (lei di album ne ha fatti sette, su queste pagine avevamo consigliato il suo The Sound of You & Me del 2006). Joplin e la Starr (curiosa anche la non voluta liaison a sesso invertito di due cognomi storici del rock) intrecciano note e voci in una serie di brani arcinoti per i cultori del genere (Shady Grove e The Water Is Wide sono talmente dei testi sacri ultra-rivisitati che anche queste versioni non riescono a sviluppare nuove rivoluzionarie letture) ad altri meno popolari (la bellissima All The Pretty Little Horses è uno dei regali più belli del disco, mentre un'elettrica distorta dona tono alla convincente rilettura della outlaw-story di Hiram Hubbard). Molto simile a quello che potrebbe essere un disco di cover realizzato dai Blanche, l'album scivola senza troppi intoppi, se non un paio di brevi frammenti di poca importanza (il minuto a cappella di Pretty Saro offerto da Joplin e i cinquanta secondi di Come All You Young And Pretty Ladies proposti senza lasciare segni dalla Starr) fino alla classicissima folk-song (e di fatti poco stravolta) Look Down That Lonesome Road.

Nel finale c'è spazio per due canzoni autografe: Josh scrive una sentita Joseph Hillstrom 1879-1915, omaggio al re delle working-songs di protesta Joe Hill, mentre assieme costruiscono il bel finale in puro stile cantautoriale di High Low & Wide. C'è tempo per una bonus-track rivelatoria quanto provocatoria, una rilettura in chiave di robusto roots-rock di Bigmouth Strikes Again degli Smiths, testo forte ("La mia boccaccia ha colpito ancora, quindi non ho diritto ad un posto nella razza umana" cantava il Morrissey che fu) che ribadisce alla perfezione una vecchia idea espressa anni fa da Joe Strummer: "scrivo canzoni di protesta, dunque sono un cantante folk con la chitarra elettrica".
(Nicola Gervasini)

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