venerdì 15 maggio 2015

JOHN CARPENTER

Dal 2001 ad oggi ha girato un solo film (il discusso e ignorato The Ward-Il Reparto), ma a 67 anni John Carpenter non ha perso la voglia di scherzare con il proprio mito. Noto per essere uno dei pochi registi che ha scritto ed eseguito le musiche della maggior parte dei suoi film, Carpenter è infatti visto da molti anche come un piccolo genio non riconosciuto della musica elettronica. Esiste già una bella raccolta (edita dalla Silva America nel 1992) che si intitola Halloween: The Best Of John Carpenter e racchiude tutte le sue più celebri colonne sonore (The Fog, Dark Star, Escape From New York e tante altre), ma Lost Themes (Sacred Bones), disco edito a sorpresa in questo inizio del 2015, è un’operazione diversa. Sono inediti, scritti e suonati dal vecchio John assieme al figlio Cody (musicista vero lui, nella band dei Ludrium) e il chitarrista Daniel Davies, leader degli Year Long Disaster (e figlio di Dave Davies dei Kinks), tutti rigorosamente strumentali, ma con titoli eloquentissimi come Vortex, Mystery, Abyss, Purgatory, Night e via dicendo. E sono esattamente come ve li aspettate, con un sound che potrebbe essere ancora quello di un qualsiasi horror-score dei primi anni ottanta, immersi in un orgia di sintetizzatori e drum-machines con contrappunti di piano e chitarra elettrica, con tutti gli inevitabili rimandi ai Goblin e a Mike Oldfield. Il denominatore comune di questi nove brani è la paura e la tensione di un film inesistente, che si materializza nella sua e nella nostra testa all’ascolto. E al di là della curiosità per cinefili, l’ascolto è suggestivo e intrigante, per quanto completamente fuori dal tempo. Presentando l’album Carpenter ha sottolineato la giocosità del progetto, quasi abbia timore che lo si pigli davvero per un musicista, ma ha anche detto che spera che queste musiche possano ispirare qualche nuovo film di un giovane regista. Come dire che lui ha già dato, ma visto che nessuno prova più ad osare tanto, deve ancora una volta fare tutto lui.
Nicola Gervasini


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