Dal 2001 ad oggi ha girato un
solo film (il discusso e ignorato The
Ward-Il Reparto), ma a 67 anni John Carpenter non ha perso la voglia di
scherzare con il proprio mito. Noto per essere uno dei pochi registi che ha
scritto ed eseguito le musiche della maggior parte dei suoi film, Carpenter è
infatti visto da molti anche come un piccolo genio non riconosciuto della
musica elettronica. Esiste già una bella raccolta (edita dalla Silva America
nel 1992) che si intitola Halloween: The
Best Of John Carpenter e racchiude tutte le sue più celebri colonne sonore
(The Fog, Dark Star, Escape From New York
e tante altre), ma Lost Themes (Sacred Bones), disco edito a sorpresa in questo
inizio del 2015, è un’operazione diversa. Sono inediti, scritti e suonati dal
vecchio John assieme al figlio Cody (musicista vero lui, nella band dei
Ludrium) e il chitarrista Daniel Davies, leader degli Year Long Disaster (e
figlio di Dave Davies dei Kinks), tutti rigorosamente strumentali, ma con
titoli eloquentissimi come Vortex,
Mystery, Abyss, Purgatory, Night e via dicendo. E sono esattamente come ve
li aspettate, con un sound che potrebbe essere ancora quello di un qualsiasi horror-score
dei primi anni ottanta, immersi in un orgia di sintetizzatori e drum-machines
con contrappunti di piano e chitarra elettrica, con tutti gli inevitabili rimandi
ai Goblin e a Mike Oldfield. Il denominatore comune di questi nove brani è la
paura e la tensione di un film inesistente, che si materializza nella sua e
nella nostra testa all’ascolto. E al di là della curiosità per cinefili,
l’ascolto è suggestivo e intrigante, per quanto completamente fuori dal tempo. Presentando
l’album Carpenter ha sottolineato la giocosità del progetto, quasi abbia timore
che lo si pigli davvero per un musicista, ma ha anche detto che spera che
queste musiche possano ispirare qualche nuovo film di un giovane regista. Come
dire che lui ha già dato, ma visto che nessuno prova più ad osare tanto, deve ancora
una volta fare tutto lui.
Nicola Gervasini
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