lunedì 1 febbraio 2016

BUGO

Investito da qualcuno del titolo di “il Beck italiano”, il rhodense Bugo resta uno dei più credibili esponenti della canzone italiana “indie” degli anni 2000. E Arrivano i Nostri (Carosello), EP di sei brani che rinnovano il suo tipico mondo onirico e surreale nei testi, conferma tutta la sua caparbietà nel sfuggire a gabbie di genere. Che possa accarezzare la musica melodica italiana di stampo anni settanta (Cosa ne Pensi Sergio, brano live dedicato al suo levriero, con cui ha dato vita ad una simpatica saga di video sul web), che occhieggi senza troppo nasconderlo a Lucio Battisti (Sei La Donna), o che vada di pari passo con modelli più recenti come Max Gazzè (di cui si possono trovare tracce nel pop accelerato di Nei Tuoi Sogni), o la techno-wave alla Bluevertigo in Vado Ma Non So, Bugo pare sempre trovare la melodia giusta e il ritmo delle parole adatto. Il risultato infatti viaggia in una saggia via di mezzo tra la melodica italiana più pura e l’indie italico più chiuso e con la puzza sotto il naso. Quella che gli fa confezionare la tirata title-track come una sorta di manifesto dell’alternativo a tutti costi contro la massa omologatrice, una canzone che sarebbe certamente piaciuta al giovane Vasco Rossi, che qui si troverebbe a suo agio anche nell’elenco di quotidiane stupidità elencate dal  funky-rock di Tempi Acidi. Atteggiato e altezzoso forse, ma con sostanza.
Nicola Gervasini


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