De Francesco
Tra Le Righe
(Rivertale Productions, 2021)
Quando nel 1957 Ray Bradbury
pubblica L’estate Incantata è ormai uno scrittore affermato nel mondo
della fantascienza grazie ai due romanzi precedenti (Cronache Marziane e Fahrenheit
451) e alle sceneggiature scritte per il cinema. Poté così permettersi un romanzo
di formazione molto più personale e intimista, che ovviamente non ebbe lo
stesso successo (ma ne pubblicò un seguito nel 2006 pochi anni prima di lasciarci),
ma che oggi è l’ispirazione per il singolo dell’album di esordio di De
Francesco. Una scelta coraggiosa quella di questo cantautore che testimonia
che il vezzo di pubblicare un album dove ogni singolo brano prende l’ispirazione
da un romanzo non sia una questione di permettere a chi non lo conosce di avere
dei riferimenti in cui trovarsi subito, ma da un vero amore per le storie raccontate
da altri autori. Inevitabile quindi il gioco di riconoscere la fonte di ogni
brano, ma nelle parole di Di Francesco poi però troverete tutta la sua anima e
il suo mondo, per cui brani come Aska (impreziosito dal sax di Dario
Acerboni), La Donna Di Pietra (con la voce di Kika Negroni) o Evelyn
Tango (qui interviene alla voce la bresciana Ottavia Brown) e una La
Strada inizialmente immersa in effetti elettronici, sono
comunque racconti personali. Album che si esprime con un suono indie-rock molto
moderno, prodotto da David Mahony (qualcuno lo ricorderà come chitarrista dei
Pitch), e suonato da una band ben rodata sui palchi formata da Michele
Coratella alla chitarra, Matteo Rossetti alle tastiere e Simone Helgast
Cavagnini alla batteria, con l’aggiunta di Kimmy Amelia alla voce
(particolarmente in evidenza in Padania Blue).
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