Dinelli
Tiny
Seeds
(Inconsapevole
Records / Duff Records 2021).
Chissà quante volte vi abbiamo
raccontato (e chissà quante volte ancora vi racconteremo) la storia di un componente
di una band proveniente dal mondo del metal o del punk che si stacca dal gruppo
per elaborare una personale proposta basta su un sound prettamente acustico e
folk-oriented. È questo il percorso anche del toscano Dinelli, già
attivo come voce dei Seed’N’Feed, band devota dei Bad Religion che ha animato
la sempre fervente scena hardcore-punk italiana dalla fine degli anni 90 fino
al 2011, ma che con questo Tiny Seeds si propone come nuova voce
dell’affollato ma pur sempre attuale mondo dell’indie-folk internazionale.
Lorenzo (questo il suo nome di battesimo), che già aveva esordito nel 2016
cantando in italiano con l’album Liberi per sempre, ha prodotto questi
13 brani in solitaria, suonando gran parte degli strumenti (ma sul suono ha
buon peso il violoncello di Michele Menchini), e sottoponendo ad un trattamento
da studio di registrazione solo la cover acustica di All My Life
dell’Evan Dando solista di Baby I'm Bored. Il suono è molto pieno e la
sua voce decisamente evocativa, e le canzoni da una parte continuano a parlare
della sua visione del mondo sociale con la stessa rabbia lirica dei pezzi
scritti in passato, ma dall’altra si concentrano molto sulla sua condizione di artista
ormai maturo ma nel pieno di cambi di vita relativi a famiglia e lavoro che
dovrebbero essere normali, ma che il mondo di oggi rende fortemente
problematici sotto tutti i punti di vista. Ci sono tanti momenti introspettivi
(Roselin, Forgiven, Endless), ma anche variazioni elettriche e più “rock”
(Killed a Man, Back Into, Summerdays), il tutto confezionato con un buon
gusto decisamente anni Novanta.
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