inserito 12/09/2011 | |
The Jayhawks |
venerdì 30 settembre 2011
JAYHAWKS - Mockingbird Time
martedì 27 settembre 2011
RED HOT CHILI PEPPERS
Laddove anche Hollywood stenta, ci sono riusciti i Red Hot Chili Peppers a riempire più sale cinematografiche in una sola serata. Il lancio del nuovo album I’m With You (Warner Bros) è avvenuto infatti con un concerto tenuto a Colonia, e fin qui niente di sensazionale, se non fosse che l’evento è stato trasmesso in diretta in tutto il mondo non in televisione (neppure MTV, persa nei suoi mille teen-reality, sarebbe più interessata a trasmettere un intero show), non sul loro sito web (banale e già sperimentato) e neppure su qualche nuova stregoneria tecnologica di massa, (Youtube? Youtube tramite Facebook? Youtube tramite Facebook tramite iPhone?), ma…al cinema. Novecento esercizi sparsi in tutto il globo, Africa compresa, riempiti dai fans di questa ormai storica band di Los Angeles, un vero atto d’amore, e la straordinaria impresa di farli uscire tutti di casa solo per assistere ad un concerto rock su uno schermo. L’esperimento pare abbia avuto successo, anche se temiamo sia poco replicabile se non per simili grandi nomi, ed è servito a riportare i riflettori su Anthony Kiedis e compagni, che dopo il criticatissimo (e comunque vendutissimo) Stadium Arcadium del 2006, devono ora fare la conta tra vecchi e nuovi fans per decidere la strada da intraprendere in futuro. Che per il momento è ancora quella vecchia, con il buon Rick Rubin sempre inamovibile in cabina di regia, ed un evidente tentativo di riacquistare la verve dei tempi migliori recuperando l’anima più rock (Flea ha citato i Rolling Stones di Exile On Main Street e Tattoo You come ispirazione per l’occasione). L’album riesce bene a conservare la loro vena melodica più recente, ritrovando comunque il groove del basso di Flea e qualche ritmo killer, ma, nonostante loro si affannino a considerarlo un nuovo punto di partenza, il marchio di fabbrica resta sostanzialmente immutato. Neppure il fatto che John Frusciante sia uscito dal gruppo è più una novità, e il suo amico e sostituto Josh Klinghoffer evita giustamente di strafare e limita il suo contributo all’essenziale. Scommettiamo che il rientro di Frusciante sarà tra i prossimi “coming soon” in sala?
Nicola Gervasini
domenica 25 settembre 2011
DAVE STEWART - The Blackbird Diaries
Per il mondo Dave Stewart sarà sempre l’altra metà dei defunti Eurythmics, eppure l’eclettico musicista resta uno dei collaboratori più richiesti dalle star. E visto che nell’aria c’è addirittura un supergruppo con Sir Mick Jagger e piedi-scalzi Joss Stone (i “Super Heavy”, team già collaudato per la colonna sonora del film Alfie), Dave ha fatto le prove generali con The Blackbird Diaries quinto album a suo nome. Chitarre e riff di scuola Keith Richards, le solite reminiscenze di glam-rock da cui proviene e nessuna concessione all’elettronica con cui è divenuto famoso, una grandeur produttiva che serve a non far notare che la voce non c’è, anche se ha imparato ad usarla meglio. Equamente diviso tra rock classico e ballate strappalacrime da bacio hollywoodiano (in cui si fa aiutare dalle voci femminili di Martina McBride, Stevie Nicks, Colbie Caillat e le Secret Sisters), potrebbe essere di diritto il libro di testo per il corso di “Arte del sound-making” alla School Of Rock. (Nicola Gervasini)
venerdì 23 settembre 2011
ROBBIE ROBERTSON - How To Become Clairvoyant
Vi fareste preparare una cena da uno chef che non cucina un uovo da 13 anni, e la cui ultima omelette (l’album Contact From The Underworld of Redboy) è uscita insipida e bruciacchiata?. Inutile rispondere, il ritorno alla musica cantata di Robbie Robertson, lo storico leader della Band, ha suscitato le stesse perplessità sulla possibilità di tornare ai fasti di un tempo da parte di un musicista che da anni si dedica al cinema dell’amico Martin Scorsese ed è stato un vero e proprio dirigente presso la Dreamworks di Spielberg. Lui stesso ammette che tornare dietro la chitarra non è stato facile, e di fatto questo How To Become Clairvoyant (429 Records) appare inizialmente un po’ ingolfato, proprio come lo potrebbe essere il carburatore di una moto che torna in strada dopo anni passati in un garage. Se comunque l’omelette è più che discreta, lo si deve al fatto che il cuoco stavolta decide di non strafare, offrendo un disco rigoroso e quadrato come il tocco dell’Eric Clapton che lo aiuta. Bentornato.
mercoledì 21 settembre 2011
JD MALONE - Avalon
inserito 31/08/2011 | |
JD Malone & The Experts |
lunedì 19 settembre 2011
MR ISAAC ALLEN - Don't Smoke
inserito 02/08/2011 | |
Mr. Isaac Allen |
venerdì 16 settembre 2011
ROBERT ELLIS - PHOTOGRAPHS
ROBERT ELLIS
E’ un disco fuori dal tempo questo Photographs di Robert Ellis, uno di quei album di country-folk songs prettamente acustiche che riempivano gli scaffali dei negozi di dischi dei primi anni 70 (ma in genere poi raramente arrivavano nelle case del grande pubblico). Potrebbe seguire le orme dei
personaggi più oscuri del periodo questo cantautore di Houston, figurarsi come il nuovo Jesse Winchester, o ancor più come certi nomi che forse solo i lettori del Buscadero ricordano come Willis Alan Ramsey. Oppure anche più semplicemente, ascoltando la bellissima Westbound Train, viene in mente un Jim Croce meno attento alla melodia e alle charts. Non è un novellino Robert Ellis, nel 2009 aveva esordito con tanti complimenti ma poco clamore con un buon disco (The Great Rearranger), e il suo nome circola ormai per il Texas come uno dei più interessanti giovani talenti del songwriting americano. Photographs di fatto esce per la titolata New West e questo potrebbe garantire una certa distribuzione, ed è un album decisamente interessante, forse spiazzante all’inizio, perché prima di arrivare ad esempio ai baldanzosi honky-tonk di Comin’Home e No Fun o ai country-valzer di What’s In It For Me? e I’ll Never Give Up On You bisogna passare attraverso tre brani acustici decisamente malinconici come Friends Like Those, la bellissima Bamboo (della serie: come si scrive un album di ricordi) e una Cemetery ammantata di archi che pare quasi un brano del Phil Ochs più oscuro di Pleasures Of The Harbour. Poi il disco acquista via via più sostanza, si riempie sempre più di strumenti e il ritmo si alza, un crescendo che sembra studiato a tavolino per mettere alla prova la pazienza e la fedeltà dell’ascoltatore. Ellis suona gran parte delle parti di chitarra, anche se gli interventi della pedal steel di Will Van Horn paiono in alcuni casi determinati, mentre la chitarra elettrica di Kelly Doyle si tiene in disparte. Il finale con la triste e maestosa title-rack è da manuale di un modo di confezionare canzoni che non aveva la frenesia di sembrare essenziale e scarno a tutti i costi, ma si ingegnava a ricercare anche arrangiamenti pesanti ma coerenti con l’atmosfera del testo. Un arte che sembrava perduta nel nome del minimalismo folk, e che invece Ellis, con il suo co-produttore Steve Christensen, riesce a riportare in vita con un disco che riesce ad apparire non pretenzioso e nemmeno troppo “vintage”. Da seguire attentamente anche in futuro.
Nicola Gervasini
martedì 13 settembre 2011
NRBQ - Keep This Love Goin'
inserito 25/07/2011
NRBQ
Keep This Love Goin'
[Clang! 2011]
Non entriamo nel merito delle questioni legali sull'utilizzo delle sigle storiche, perché l'identificare certi nomi con certi personaggi è appannaggio di noi ascoltatori e non degli avvocati. Per cui nessuno scandalo se il membro veterano Terry Adams, eccelso tastierista di professione, si stia ribellando alla pensione forzata riesumando la gloriosa sigla degli NRBQ, band che sì lui stesso fondò nel lontano 1967, ma che ora riappare con elementi completamente avulsi dalla loro storia. Gli NRBQ del 2011 fanno dunque a meno dei due membri fondamentali, vale a dire Al Anderson e Joey Spampinato, che non erano solo chitarra e basso del combo, ma anche le maggiori menti creative. Non sappiamo come mai i due vecchi compari abbiano declinato l'invito a continuare una saga che, tra alti e bassi e stop e ripartenze, dura da ben 44 anni, ma ascoltando Keep This Love Goin' si ha subito la certezza che i sostituti non coprono il vuoto, nonostante i loro discreti curriculum (il chitarrista Scott Ligon suonava nella band di Chuck Berry, il bassista Pete Donnelly viene dai Figgs, la power-pop band spesso sentita con Graham Parker, mentre il batterista Conrad Choucroun viene dalla band di Bob Schneider).
Tra gli ospiti appare se non altro lo storico batterista Tom Ardolino in due brani, giusto per cercare di dare senso all'utilizzo del nome, operazione che si svela subito non riuscita quando si scopre che i quattro negli ultimi due anni hanno calcato il palco come Terry Adams Rock And Roll Quartet (e già il nome richiamava comunque l'acronimo NRBQ, che stava per New Rhythm and Blues Quartet), e il cambio di ragione sociale sa solo di scelta di marketing in sede di pubblicazione dell'album. Inutile fare dunque paragoni con il loro passato - tra l'altro poco conosciuto in Italia - generalmente assimilato al pub-rock di marca inglese nonostante le loro origini americane. Qui infatti non appariranno certo altre storiche canzoni come Green Lights (un successo poi per Bonnie Raitt) o I Want You Bad (finì nel repertorio anche dei Long Ryders e di Dan Baird), e non sarà certo questo disco che spingerà anche nomi più alternativi come Yo La Tengo o She & Him a rivisitare il loro repertorio come accaduto più recentemente.
Qui basta anche solo il primo brano, Boozoo and Leona, per capire quale sia il problema: Adams infatti ci piazza anche uno strepitoso assolo di piano, ma la sua voce è anonima e incerta, e il brano da solo non sta in piedi. Nonostante l'impegno di tutti e la coraggiosa decisione di proseguire su una vetusta strada che mischia il rock and roll alla Dave Edmunds al pop-rock alla Nick Lowe, qui manca anche la possibilità di utilizzare il disco a scopo didattico per le nuove generazioni che questo rock e questo modo di intenderlo se lo sono dimenticato. Più che altro perché robette come Here I Am o Gone With The Wind vengono anche prima dell'ABC del rock, e dopo 44 anni comincia ad essere una colpa grave.
(Nicola Gervasini)
www.nrbq.com
venerdì 9 settembre 2011
GARLAND JEFFREYS - The King of In Between
inserito 04/07/2011 | |
Garland Jeffreys |
lunedì 5 settembre 2011
IAN McFERON - Summer Nights
inserito 30/06/2011 | |
Ian McFeron
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giovedì 1 settembre 2011
BOB SCHNEIDER - A Perfect Day
Bob Schneider
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