venerdì 30 settembre 2011

JAYHAWKS - Mockingbird Time

inserito 12/09/2011

The Jayhawks
Mockingbird Time
[
Rounder
2011]



Dieci anni fa avremmo fatto carte false per avere in mano Mockinbird Time, il primo album dei Jayhawks con nuovamente Mark Olson in formazione dal 1995 a oggi, ma sono stati proprio loro a rovinarci il piacere di questa reunion. Prima nel 2003, quando l'altro leader Gary Louris dimostrò a tutti che la sigla poteva anche resistere senza Mark e la pianista Karen Grotberg (anche lei recuperata per questa rimpatriata), pubblicando un vero capolavoro come Rainy Day Music, poi a causa di un deludente e inutile disco a due mani del 2008 (Ready For The Flood) in cui Olson e Louris confermavano solo di non aver più molto da dirsi dopo anni di separazione. L'atteso seguito del pluri-osannato Tomorrow The Green Grass si rivela dunque come una resa per entrambi, costretti a scendere a compromessi di puro marketing, visto che le loro carriere soliste appaiono arenate in termini di riscontri commerciali (ma se le opere di Olson hanno cominciato effettivamente a stancare,Vagabonds di Louris resta un piccolo sottovalutato gioiellino). Per questo, lasciate da parte le rispettive pretese autoriali (l'ossessivo country-folk acustico di Olson e le elaborate orchestrazioni pop di Louris), Mockingbird Time presenta dodici brani creati secondo la logica del "give the people what they want", dove i rimandi ai classici della band vincono sull'esigenza di dare una parvenza di evoluzione del loro sound.

Jingle-jangle byrdsiani (She Walks In So Many Ways), pop-songs rurali (Close To Your Side), qualche leggera accelerazione alla ricerca del suono pienamente country-rock di un tempo (la travolgente High Water Blues) e, nonostante la ruggine e gli anni che passano, parecchie nuove melodie che toccano il cuore e le orecchie in maniera vincente (Tiny Arrows, Hide Your Colors). Sembra difficile trovare un difetto reale a questo album (forse che il secondo lato non mantiene l'ottimo livello del primo?), fosse uscito nel 1997, al posto dell'altalenante Sound Of Lies, sarebbe probabilmente diventato un piccolo classico minore, ma ascoltate oggi queste canzoni appaiono non tanto brutte, quanto solo in ritardo, quasi che la loro storia degli anni 2000 abbia reso questo appuntamento semplicemente evitabile, perché non solo Louris era già andato oltre allo scolastico incedere della title-track, ma anche lo stesso Tim O'Reagan che qui torna in secondo piano.

Sono probabilmente particolari che interessano chi ancora vuole leggere la storia di una sigla nel suo insieme, ma quello che appare evidente è che la band abbia semplicemente cercato di camminare sul sicuro con brani di impatto immediato, non accorgendosi che su questo terreno (da loro stessi creato vent'anni fa) oggi si muovono giovani band come i Dawes che, seppur nella loro evidente derivatività, hanno in canna brani più freschi e meno legati a logiche professionali. Questi Jayhawks fanno ancora scuola dunque, ma i libri di testo su cui studiare sono rimasti sulla poltrona di fronte all'Hollywood Town Hall.
(Nicola Gervasini)


www.jayhawksofficial.com



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