JUSTIN TOWNES EARLE
SINGLE MOTHERS
Vagrant
***
Bisogna capirlo il povero Justin Townes Earle, non deve essere
facile portare quei due nomi con tanta leggerezza. Lui ci prova da anni, schierandosi
in quella frangia di figli d’arte che si sono dati ad una resa pop dello stile
paterno, in compagnia di gente come Adam Cohen, Teddy Tohmpson e, anche se
forse con risultati più alti e personali degli altri, Rufus Wainwright. Justin
Townes Earle non ha mai rinnegato l’origine nashvilliana del songwriting
paterno, e ha portato il nome di Townes Van Zandt con rispetto, sia per cotanto
mito, sia per la devozione del padre, che a quell’uomo è arrivato a dedicare un
figlio e un disco intero. Prendete ad esempio Picture In A Drawer, brano centrale del nuovo album: il tentativo
di ricreare una intensa ballatona che possa stare tra una Place To Fall di Van Zandt e una Goodbye del padre è evidente, quanto anche l’impossibilità di
poterli raggiungere. Non ce ne voglia il buon Justin, che fino ad oggi si è speso
con dischetti che si ricordano anche volentieri come Midnight At The Movies
del 2009 o Harlem River Blues del 2010, ma con questo Single Mothers riesce solo a confermare quanto non potrà mai essere
un nome di primo piano, ma solo un onesto gregario, bravo per quanto
raccomandato, ma pur sempre uno da serie B. Non che ci sia niente di sbagliato
in questo nuovo disco, solo che questa serie di malinconiche ballate, al solito
sospese tra country e indie-pop, solo raramente trovano lo spessore da grande
autore. Il nostro prode dedica l’album alle madri single e al loro coraggio
nell’affrontare la vita, forse un
messaggio trasversale al ben poco affidabile padre, ma in verità più un monito
a sé stesso a perseguire una condotta più saggia e meno autodistruttiva, visto
che anche lui è fresco sposo e anche il suo passato già parla di storie di
droga e notti in prigione. Bisogna aspettare dunque la terza traccia per
trovare perlomeno un po’ di sano divertimento nel country-bar-boogie di My Baby Drives, e la quarta per un
momento più intenso grazie a Today And A
Lonely Night, e magari il finale con It’s
Cold In The House e Burning Pictures
per un po’ di discreto songwriting. Disco caratterizzato da un suono scarno, che
punta tutto sulla pedal steel di Paul Niehaus
(Lambchop, Calexico), Single Mothers
è un disco che si ascolta con piacere, ma si dimenticherà anche in fretta. E a
papà e ai suoi amici questo non è mai successo.
Nicola
Gervasini
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