martedì 10 marzo 2015

MARIANNE FAITHFULL


 Marianne Faithfull 
Give My Love to London
[
Naïve/Dramatico 
2014]
www.facebook.com/mariannefaithfullofficial

 File Under: Smokey London

di Nicola Gervasini (25/10/2014)
A giudicare dalla copertina Marianne Faithfull è ancora convinta che una donna con una sigaretta sia una donna sexy e interessante, salvo poi scoprire che questa signora, che a 68 anni ancora può insegnare fascino ad una ventenne, ha smesso di fumare da qualche mese. Sarà quindi che la copertina da Serge Gainsbourg in gonnella continua a far vendere grazie all' old-rocker-style, o forse solo un omaggio all'amato Leonard Cohen, vista la posa, ma anche in ragione del fatto che con questo Give My Love To London la Faithfull torna a mettere mano alle sue liriche, dopo che le ultime prove (Easy Come Easy Go del 2008 e Horses and High Heels del 2011) avevano rischiato di trasformarla in una mera interprete di materiale altrui (seppur sempre originale e sorprendente). Qui invece il processo è particolare: una serie di altisonanti nomi della musica hanno scritto un brano, ma lei si è presa la libertà di inserire o anche solo rimaneggiare alcuni testi a suo piacimento, operando una sorta di personalizzazione di sensazioni altrui che appare subito vincente, visto che i testi finiscono ad essere uno dei temi più interessanti del nuovo disco.

Si parte con una decisamente roots Give My Love To London, nelle intenzioni del suo autore Steve Earle un atto d'amore per una città che lo ha ormai adottato, nella versione della Faithfull una dedica ai tanti amici sparsi in città e al loro tenace attaccamento alla vita. Si continua con una drammatica Sparrows Will Sings di Roger Waters, evocativa descrizione di disordini giovanili londinesi in puro stile dell'ex Pink Floyd, probabilmente il brano più vicino allo stile della Faithfull era Broken English. Collaboratore fisso del disco è Ed Harcourt, che scrive anche la baldanzosa True Lies e sparge pepe ad una melodrammatica Mother Wolf, mentre l'intesa con Anna Calviproduce uno dei momenti più riusciti dell'album in Falling Back, ma anche una non convincente riscrittura del classico degli Everly Brothers The Price Of Love, versione che si limita a rallentare quella ben più riuscita e famosa di Bryan Ferry, senza però trovare una nuova anima al brano.

Gli arrangiamenti voluti dai produttori Dimitri Tikovoi (solitamente collaboratore di Ed Harcourt e dei Placebo) e Rob Ellis (PJ Harvey) sono spesso maestosi e altisonanti, con una leggera tendenza alla sovrapproduzione che sembra però essere marchio voluto del disco (ascoltate ad esempio la Late Victorian Holocaust di Nick Cave), anche se Tom McRae prima, con l'acustica Love More Or Less, e ancora Nick Cave con la piano-song Deep Water, offrono momenti scarni e riflessivi. Bella la versione di Going Home di Leonard Cohen (qui non si è azzardata a variare il testo), che vede tra l'altro l'intervento vocale di Brian Eno, e tutti a casa con lo standard I Get Along Without You Very Well di Hoagy Carmichael. Disco di eccezionale intensità e forse fin troppo pieno di idee e contenuti, Give My Love To London mantiene il buon nome della Faithfull nella serie A del rock. Ci ha messo anni ad entrarci, ma ora non ne esce davvero più.


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