Ma solo Storytone ha il grande merito di essere davvero un disco nuovo nella sua discografia. Non che non si fosse già cimentato in un duello con un orchestra (basta pensare anche solo a There's a Word e A Man Needs A Maid su Harvest), ma qui Young ha sapientemente deciso di provare tutte le possibilità stilistiche offerte dalla presenza di una big band di ben 92 elementi, e scusate se abbiamo dimenticato qualcuno nel conto. Con risultati per forza di cose alterni, sorprendenti, spiazzanti, indigesti o esaltanti a seconda del vostro gusto personale. Ma quello che è importante è che il disco è vivo, le canzoni sono quelle giuste, e per gustarne appieno la buona finitura è importante procurarsi anche le raw-versions, forti di interpretazioni curate e sentite che fanno dimenticare la fastidiosa sciatteria di A Letter Home. Il vero Storytone, quello arrangiato, offre comunque spunti di gran valore: se Plastic Flowers con il suo piano è brano già sentito (proprio in Sleeps With Angels c'erano due episodi simili), la tensione da colonna sonora da thriller-movie del singolo Who's Gonna Stand Up? funziona bene, così come il blues elettrico tutto grandi fiati di I Want To Drive My Car o il numero swing alla Frank Sinatra di Say Hello To Chicago. A voi poi scegliere se accettare i melò solo archi di Glimmer o Tumbleweed, se il fatto che Like You Used To Do riporti alla mente i tempi di This Note's For You sia un fatto positivo o meno (il disco è prodotto dallo stesso team di allora, i Volume Dealers, che poi sarebbero lui e Niko Bolas), se è opportuno che lui con la sua voce si lanci nelle melodie ardite di I'm Glad I Found You. Notate invece che quando il nostro torna alla sua tipica ballata acustica, sofferta e sussurrata, sa ancora toccare le corde giuste (When I Watch You Sleeping e All These Dreams). Siamo d'accordo dunque, non sarà il suo capolavoro, ma a quasi settant'anni suonati quest'uomo ha saputo ancora sorprendermi con un buon prodotto e non con una inutile e dannosa provocazione come A Letter Home. E, in cuor mio, ammetto che da lui non me lo aspettavo più. |
lunedì 16 marzo 2015
NEIL YOUNG
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