giovedì 13 settembre 2012

DISCHI DA ISOLA DESERTA...BRUCE SPRINGSTEEN



Bruce Springsteen 

Darkness On the Edge of Town

[Columbia 1978]

 574 pt.
1. Badlands // 2. Adam Raised A Cain // 3. Something In The Night // 
4. Candy's Room // 5. Racing In The Street // 6. The Promised Land // 
7. Factory // 8. Streets Of Fire // 9. Prove It All Night // 
10. Darkness On The Edge Of Town
Non esiste recensione o scritto su Darkness On The Edge Of Town che
non parta dalla sofferta genesi del disco e dalla tragedia di un artista nel
pieno dello zenith creativo costretto a tenere nel cassetto tonnellate di
materiale di primissima qualità per meri motivi contrattuali. E proprio
dalla scelta dolorosa di dover arrivare a dieci brani su almeno una
cinquantina papabili nasce anche l'eterna discussione se era
questo poi il disco migliore che lo Springsteen del 78 poteva far uscire o no.
Di certo, al di là della riconosciuta grandezza del materiale (che ne fa il disco più
amato dai suoi hard-fans), lo straordinario risultato della raccolta fu proprio
quello di apparire come un opera unitaria, quasi un concept-album
dedicato alla grande depressione del sogno americano post-Nixon e post-Vietnam,
un diario perfetto di quel viaggio immaginario che dalle Badlandsdel mondo
post-industriale del New Jersey e delle sue oscure periferie, portava ad una
terra promessa ormai lontana. Tracks e The Promise hanno dato conferma
che ci sarebbe potuto stare anche dell'altro, ma alla fine è meglio che sia
andata così, perché anche la sostituzione di alcuni brani considerati "minori"
come Factory oStreets Of Fire avrebbe tolto mattonelle portanti ad una
costruzione pressoché perfetta. Il risultato è il suo disco più dark, l'altra
faccia del tronfio e battagliero Born To Run, quella della foto di copertina
dove sembra che abbia appena smesso di piangere e stia cercando
una qualche motivazione per ripartire.

(Nicola Gervasini)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti per questa serie dei Dischi da isola deserta.
Ti presento la serie che sto realizzando: 45 45s at 45.

http://conventionalrecords.wordpress.com/

Nicola Gervasini ha detto...

tutti più che condivisibili direi...gli anni 80 che si ricordano volentieri
questi fanno parte di uno speciale più ampio, frutto di votazione dei lettori del sito rootshighway

http://www.rootshighway.it/speciali/desert_island/desert_island.htm

Anonimo ha detto...

Che stordito... Avevo votato anch'io! Non avevo capito che erano quelle schede... Isola in ottima compagnia!

Anonimo ha detto...

Si, penso anch'io che il disco sia perfetto così com'è, anche con le sue "impefezioni". Perchè alla fine dell'ascolto, ti comunica effettivamente lo stato d'animo dell'artista in quel periodo. Grande. Sicuramente da isola deserta,ma anche metropoli, città, paese o agglomerato. Per tutti i posti e luoghi. Per sempre e per tutti.

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