Hernandez & Sampedro
Traces
(Buena Suerte, 2022)
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This time play it loud
Tornano i ravennati Hernandez & Sampedro, un duo che avevamo già incontrato fin dai tempi del loro disco di esordio Happy Island del 2013. E se allora i due si proponevano come classico duo-acustico di marca West Coast, oggi la sigla cela una vera propria band che, oltre ai due titolari Luca "Hernandez" Damassa e Mauro "Sampedro" Giorgi, include anche la sezione ritmica formata da Giacomo “Jack La Bamba” Sangiorgi e Luca “El Chapo” Cocchieri (con l’aiuto delle tastiere di Giuliano “Juanito Guerrero” Geurrini). E se i nomi continuano a sapere di personaggi di un romanzo di Don Winslow, la musica di questo loro terzo album Traces, arrivato a sei anni da Dichotmy, si è fatta invece ancora più sporca e urbana, e molto ha inciso la scelta di registrare tutte le parti strumentali in presa diretta a dispetto delle difficoltà logistiche causate dal lockdown. La iniziale Butterfly pare infatti un brano dei Buffalo Tom più classici, e l’energia da garage di Superstar riporta tutti al mondo alternativo e sotterraneo degli anni 80. Le ballate comunque arrivano (Only You and Me, Diamond) e sanno anche di college rock alla Del Amitri, ma brani come Broken Mirrors hanno il sapore degli episodi più rauchi ed elettrici dei Son Volt, mentre Predestined Life e The Sky Above The Rain fanno immaginare un viaggio nel Texas dei Bad Religion visto il loro taglio da punk-rock anni 90. Si distingue la cavalcata younghiana di More Than I Can Do, quasi la loro Like An Hurricane, o brani di puro roots-rock da battaglia come Freedom Run. Il finale di un disco è affidato alla bella Sole Survivors e ad una Warm Wind che recupera la loro passione per suoni e cori di Crosby, Stills & Nash. Decisamente un buon salto di qualità.
Nicola Gervasini
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