domenica 18 febbraio 2024

MIKE SPINE

 

Mike Spine & Underground All-Stars

Guided By Love

(Global Seepej Records, 2023)

File Under: Hobo from Seattle

 

Bisogna essere sicuramente guidati dall’amore, se non proprio da una pura passione, per fare la vita di Mike Spine, americano di Seattle ma uno di quelli per cui l’espressione “cittadino del mondo” assume un significato quasi letterale. Personaggio che vive ai margini di tutto fin dagli anni novanta, uscito dalla scuola di cantautori nati in “era grunge” alla Peter Droge o Terry Lee Hale, e da allora uomo ovunque, compresa la nostra Italia dove alloggia spesso. Guided By Love è il suo undicesimo album, e nonostante si respiri l’aria da puro prodotto indipendente, sfoggia fin dalla paternità del disco una vera schiera di “Underground All-Stars” di questi ultimi 30 anni. L’elenco è doveroso perché rappresenta in qualche modo anche un perfetto manuale degli stili che passano in questi undici brani, ma volendo bastava anche notare un titolo come Pancho & Lefty, Part II, parata di miti del mondo country degli anni settanta e titolo quanto mai esplicativo su chi si omaggia per primo, per capire che aria tira.

 

Con Spine suonano una serie di nomi non altisonanti ma ovunque presenti nel mondo indipendente americano, come la violoncellista Lori Goldston (la ricorderete nella sezione d’archi del mitico Unplugged dei Nirvana, oltre che con Cat Power e David Byrne), i chitarristi Johnny Sangster (sentito con il trio KD Lang, Neko Case, Laura Veirs), Jeff Fielder della Mark Lanegan Band e il veterano della pedal steel Paul Brainard (nei Richmond Fonatine e anche autore di una colonna sonora a due mani con Willy Vlautin, ma session man usato da parecchi grandi nomi dell’indie rock come Eels, M. Ward, Decemberists, e tanti altri) per citarvi i più importanti. Ma tra tanti altri amici, soprattutto della scena musicale di Portland e Seattle, spiccano anche gli italiani Massimo Catalano, musicista di bağlama, strumento tipico della Basilicata, e la violinista e pianista Barbara Luna, che da tempo ormai lo segue e lo promuove in tutta Europa.

 

Ma al centro c’è lui, un autore dalla penna delicata che sa trasformare al meglio i propri appunti di viaggio come forse solo il Bruce Cockburn dei tempi d’oro sapeva fare. Never Sell Your Soul e Tangier ad esempio parlano di viaggi, di rinunce e di fieri rifiuti dei compromessi che un vagabondo della musica come lui deve ancora affrontare, ma c’è anche tempo per soffermarsi sui particolari, che siano il sorriso di un bambino di Smile On come antidoto alle brutture della vita, o su temi più universali come la guerra (Haunt On, Tears Of Mexico). Ma tutto ruota intorno alla riflessione sul ruolo di un artista nel mondo odierno, destinato a solitudine (Bloodless Eyes) e all’essere sfruttati e poco riconosciuti nel proprio lavoro (Some Shows, Good And Gone). La tentazione è quella di fuggire da tutto come l’uomo di No Man’s Land (che narra una vicenda “alla Into Wild”), ma il finale di Butterfly riconcilia il tutto con una lettera dalla Thailandia sull’importanza di vivere intensamente ogni attimo della nostra esistenza. Se lo incontrate sulla vostra strada non perdetevelo.

 

Nicola Gervasini

 

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