domenica 18 febbraio 2024

MOUNTAIN GOATS

 

Mountain Goats

Bleed Out

(2022, Merge)

File Under: Action Movies Soundtracks

Vent’anni fa, quando l’album Tallahassee cominciò a far circolare più largamente il nome dei Mountain Goats come nuovi guru del nuovo indie-folk (e qui il termine “indie” era ancora davvero legato al suo significato originario, tanto che nella loro autoctona produzione, quello era già il loro settimo album), mai ci saremmo aspettati di sentirli vent’anni dopo uscire con un disco come Bleed Out. Teoricamente il loro ventunesimo album, considerando solo quelli in studio e tralasciando live, demo-albums e una pletora di EP che porterebbero il conto a più di cinquanta titoli, e questo dà l’idea di come John Darnielle e Peter Hughes (il secondo imbarcato proprio nel 2002) non si siano mai curati di dare una organizzazione organica alla loro discografia. Qualcosa però è cambiato, sarà la maturità o il doversi riadattare ai tempi, ma già come nel precedente (e bellissimo) Dark in Here, qui si respira una volontà di uscire dal proprio guscio e rendere più abbordabile la propria proposta musicale. I brani di Bleed Out sono ben prodotti e ben suonati, e nessuno di questi farebbe scappare ascoltatori se suonati anche da una radio mainstream, e questa è la prima piacevole novità se si considera che comunque conservano il tocco e il marchio della sigla di casa. Stavolta poi gioca anche a favore di una certa “vendibilità” (sempre che il termine abbia senso anche in tempi in cui le classifiche si stilano sui click e non sui Cd) il concept del disco, un lungo omaggio ai film d’azione degli anni 60 e 70 che arriva a toccare anche i poliziotteschi nostrani, come si evince dalla copertina che pare una locandina di un film di Fernando Di Leo. I complimenti vanno anche alla produzione di Alicia Bognanno, mente delle Bully, che ha trovato il modo di rendere energiche alcune canzoni, comunque non sempre facilissime da maneggiare, come la lunga Hostages e Extraction Point. Per il resto il tema trattato porta la band (che è completata Matt Douglas e dal batterista e scrittore Jon Wurster, ex Superchunk spesso al servizio anche di Bob Mould) a produrre l’album più spensierato e meno introspettivo della loro discografia, e questo potrebbe anche non piacere alla loro storica fan-base, ma la buona notizia è che comunque il risultato pare coerente con la loro storia, anche se mancano forse i pugni in pancia emotivi assestati dal disco precedente, che resta forse il loro titolo migliore come equilibrio tra le loro anime indipendenti e la necessità di riadattare il loro suono. In ogni caso non so quante canzoni esistano dedicate agli stunt-men dei film d’azione (Training Montage) e alle intime motivazioni del loro continuo affronto alla morte, simbolo di una esistenza al limite che fa da contraltare al pericolo falso e illusorio che animava un loro precedente concept-album che dedicarono al mondo del Wrestling (Beat The Champ del 2015). Dopo quasi trent’anni di onorata carriera nelle retrovie, è forse tempo anche per i Mountain Goats di raccogliere qualche consenso in più, e Bleed Out pare l’occasione giusta.

 

Nicola Gervasini

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