Luca
& The Tautologist
Paris
Airport ’77
IRD 2023
File Under:
Rockin’ on a Jet Plane
La copertina è un po’ artigianale, quasi da post social messo a documentare un viaggio che sa di memorabile per una band italiana tutta chitarre e passione, ma comunica il giusto sapore degli elementi messi in campo da Luca & The Tautologist. C’è il cantautore che guarda senza paura un orizzonte noto solo a lui, brandendo con severità una chitarra come fosse un mitragliatore, e ci sono i compagni di viaggio sullo sfondo, colleghi musicisti, ma prima di tutto commensali di mangiate e bevute, navigatori per non perdere la strada durante i viaggi alla ricerca di sperduti locali dove ancora la musica può sovrastare le chiacchiere da bar. Paiono tre autostoppisti trovati per l’occasione, ma sono nomi a noi ben noti come il riconoscibilissimo bluesman Ruben Minuto (qui si cimenta al basso, ma ovviamente non si fa attendere alla sei corde e al mandolino quando c’è da duellare con le altre chitarre) Leandro Diana (chitarre) e Deneb Bucella alle pelli Persino la maglietta è un indizio chiarissimo, il logo di un noto negozio di dischi di Piacenza, uno di quegli antichi punti di ritrovo per appassionati dove tutte queste canzoni hanno trovato linfa e ispirazione. Album corposo questo Paris Airport ’77 , più di un’ora di musica in cui il leader Luca Andrea Crippa ha messo un po’ tutta la sua vita nei testi in inglese, con uno stile da heartland-rock stradaiolo pensato nel modo tipico della scena italiana (vengono in mente Edward Abbiati e i suoi Lowlands in molti momenti), eppure la title-track iniziale quasi depista un po’ sul contenuto, un sopraffina melodia sognante che fa capire quanto la lezione di Jonathan Wilson sia oramai entrata nel gergo del genere. Poi Dreams Becomes Promise e Things…From a Spell (canzone che ha due parti) riportano tutto a casa, accomunate anche da un finale che aumenta il ritmo dando sempre più spazio alle chitarre. Tra tante cavalcate da american-rock si distinguono anche la più tetra Winter Heights And My Falldowns, con anche inserti di elettronica realizzati da ZOWA (Lele Ledda), e la baldanzosa Undelivering che da spazio anche alle tastiere di Riccardo Maccabruni. Se state per partire per un lungo viaggio è il disco giusto da mettere in valigia.
Nicola
Gervasini
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