domenica 18 febbraio 2024

THE REMITTANCE MAN

 

The Remittance Men

Scoundrels, Dreamers & Second Sons

(Blonde on The Tracks, 2022)

File Under: Old Records Never Die

Succede spesso ai grandi artisti di godere di una fama allargata solo dopo la morte, e non sta sfuggendo a questo destino neanche Tom Petty, nome di prima importanza da sempre negli USA, ma, chissà perché, spesso ignorato o banalizzato per anni dalla stampa (e dal pubblico) europeo. Negli ultimi anni invece vediamo Petty comparire in classifiche di classici che un tempo manco lo avrebbero preso in considerazione, e citato da ascoltatori che certo mai hanno bazzicato i suoi sentieri musicali (che poi sono i nostri), e questo non può che rallegrarci. Ma il mondo dell’Americana non ha mai smesso di riferirsi a lui, tanto che anche una band esordiente come i Remittance Men, scovati in M;assachussetts dalla label di Emma Swift (la Blonde on The Tracks) per riparlaci di un Northern Country/Blue Collar secco e rigoroso, ripartono da lui per ribadire che la musica tradizionale statunitense continua a poter arrivare nelle radio e podcast di tutto il mondo. La cover di Down South, uno dei brani sicuramente più importanti d di Highway Companion, confezionata da una combo di musicisti praticamente alla prima esperienza importante in una sala di registrazione con l’aiuto di qualche scafato veterano a dare saggi consigli su cori e armonizzazioni (alle voci ci sono Kris Delmhorst e Mark Erelli), è un piccolo segnale di possibile rinascita di un modo semplice e non autocompiaciuto di proporre questi suoni fatti di fiati, violini e pedal steel. Ma torniamo quindi a loro, una band che si poggia artisticamente sulla voce e la penna di Tom Robertson e sulle varie 6 corde di Andy Santospago (elettriche, acustiche, mandolini, banjo, 12 corde quando serve), un talento da tenere d’occhio direi per come condisce alla perfezione questi brani, con un gusto classico, ma con quel pizzico di estro in più per non sembrare solo uno scolaretto alla terza lezione di chitarra. Completano la band Dave Westner al basso, Chris Anzalone alla batteria e James Rohr alle tastiere, più una serie anche abbastanza folta di session-men anche di rango (nella bella A Room in Birmingham England, 1919 canta Eileen Jewell, in Lila Page 8 interviene  Danielle Miraglia), Scoundrels,Dreamers & Second Sons (bel titolo per un esordio programmatico) è un album ben scritto (date un’occhiata ai testi, Robertson ha tutta l’aria di aver letto parecchi libri di Willy Vlautin durante le registrazioni, o forse è solo nato a pane e Steinbeck come tanti intellettuali della provincia americana) e ben suonato. Il disco è chiuso da una seconda cover, Nobody di Tim Gearan, anche lui artista di Boston, ma forse è più uno scambio di favori tra amici perché le cose migliori arrivano davvero da brani autografi come Avery Hill, Widow’s Walk e Hacienda Santa Rosa. Fatti i doverosi omaggi per il primo passo, staremo a vedere dove potranno andare nel proseguo.

 

Nicola Gervasini

 

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