Dead Cat
in a Bag
We’ve
Been Through
(2022
Gusstaff Records)
File Under:
Dark Folk
Nuovo album per i Dead Cat in a Bag, creatura discografica di Luca "Swanz" Andriolo che già avevamo apprezzato nel 2018 con il precedente album Sad Dolls and Furious Flowers, e oggi nome che rappresenta un trio completato da Scardanelli e Andrea Bertola, tutti impegnati autosufficienti polistrumentisti. We’Ve Been Through prosegue l’idea di dark-folk della band, profondamente debitore di alcuni nomi che facilmente vengono in mente in alcune occasioni come Tom Waits (l’iniziale Cat Is Dead) o David Eugene Edwards (16 Horsepower, Woven Hand) in Evil Friends, ma di fatto ormai un personale mix di suoni e influenze. Between Day and Night, ad esempio, ha un incedere suggestivo quasi da soundtrack (tanto che ricorda un po’ i lavori di Angelo Badalamenti più che il da loro citato Morricone), il tradizionale Wayfaring Stranger diventa quasi un blues in una versione davvero particolare, così come l’altra cover di Hunter’s Lullaby di Leonard Cohen (poteva mancare?) assume dei toni gotici, così come From Here piacerebbe molto a Nick Cave. Nel finale Fiddller, The Ship is Sinking, aumenta il ritmo con il suo mood balcanico, prima dell’ispirata chiusura della title-track con la bella tromba di Enrico Farnedi in evidenza. Notevole anche il duetto con la voce di Alessandra K Soro (vocalist impegnata solitamente nel mondo del jazz) di Duet For Nothing, e non è la sola collaborazione visto che la lista dei session-men è lunga e prevede nomi altisonanti come Gianni Moroccolo (Litfiba, CSI) e Liam McKahey dei Cousteau, al quale viene affidata la parte vocale di Lost Friends, fino ai tanti amici italiani presenti (tra gli altri, Michele Anelli, Andrea Tarquini, il sax di Giuseppe Gulisano) in quello che lo stesso Swanz definisce un disco corale, in cui pesa molto anche la mano del produttore Carlo Barbagallo, anche chitarrista aggiunto della band. Un gran bel ritorno.
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