lunedì 15 settembre 2008

CHRIS & RICH ROBINSON - Brothers Of A Feather - Live At The Roxy


settembre 2007

Rootshighway


VOTO: 7



Le notizie più recenti pubblicate sul loro sito ufficiale ci dicono che i Black Crowes hanno già terminato di registrare un nuovo disco in studio, il primo dal deludente Lions del 2001, che dovrebbe uscire nella primavera del 2008. In attesa del lieto evento i fratelli Robinson hanno fatto di tutto per convincere il proprio pubblico di aver ormai lasciato alle spalle quei dissapori che hanno rischiato di far finire ingloriosamente una delle epopee rock più emozionanti della musica americana. Hanno girato spesso l'America in tour, pubblicato live e raccolte di inediti, e ora, prima del gradito come-back, ci regalano questo live acustico per festeggiare in famiglia la ritrovata intesa. Brothers Of A Feather - Live At The Roxy è una sorta di summa di tre serate tenute a Los Angeles, in cui i due fratelli si sono divertiti a ripercorrere alcuni episodi della storia dei corvi neri, unitamente ad alcune cover e vari ripescaggi dalle rispettive carriere soliste. Ma la vera chicca stavolta è rappresentata da due brani nuovi di zecca che dovrebbero trovare in quest'album la loro definitiva collocazione, se diamo credito alle notizie che vogliono il prossimo disco composto solo di canzoni mai suonate dal vivo. Ovviamente un'operazione del genere mostra già sulla carta i propri pregi e difetti: da una parte è un'opera pensata esclusivamente per i sostenitori già acquisiti, che potranno godere della versione fiume da dodici minuti di Thorn In My Pride (con un assolo all'acustica di Rich veramente notevole) e confrontarla con le mille altre versioni in loro possesso nei tantissimi instant-live che circolano della band. Dall'altra è invece un prodotto inevitabilmente minore per la loro storia e non immediatamente consigliabile per chi alla musica dei corvi deve ancora avvicinarsi, vuoi perché il clima informale delle serate non lascia spazio ad accattivanti estetismi, vuoi perché la dimensione acustica non è la più adatta a sottolineare esaustivamente le grandi qualità del duo. Il cd offre comunque una scaletta di sicuro interesse: oltre alla citata Thorn In My Pride, che da sola vale l'acquisto, dal repertorio dei Black Crowes arrivano anche una energica Horsehead (con Rich all'elettrica), una sentita Cursed Diamond, e infine una bella versione di My Heart's Been Killing Me, un brano che avevamo già conosciuto grazie alla raccolta The Lost Crowes. Appetitose anche le cover, una Roll Um Easy dei Little Feat, che per loro rappresenta il pane quotidiano, una sorprendente Over The Hill di John Martyn, con una grande prova vocale di Chris, la classica Driving Wheel di David Wiffen, altro brano perfetto per le loro corde, e infine Polly, un brano pescato nientemeno che dall'album Through The Morning Through The Night del duo Dillard & Clark (era l'anno di grazia 1969). Tutto materiale assolutamente imprescindibile negli originali, che i fratellini omaggiano con il dovuto rispetto e amore. Meno interessanti invece i due brani tratti da Paper, il modesto disco solista di Rich Robinson: Forgiven Song tenta la via del canto traditional a due voci, ma risulta tediosa ed eccessivamente prolissa, mentre Leave It Alone passa davvero senza lasciare il segno. Peccato che invece vengano ignorati i due bei dischi di Chris, pieni di canzoni pronte a brillare anche in questa veste scarna ed essenziale. Inoltre ci sono due rarità note a pochi come Someday Past The Sunset e Darling Of The Underground Press, una b-side di Remedy del 1992, che permette a Rich di esibirsi con la slide in un delta-blues di pregevole fattura. Infine i due brani nuovissimi: Magic Rooster Blues è una canzone dall'incedere molto bluesy, adatta anche per un eventuale versione full-band se mai ce ne sarà una, mentre Cold Boy Smile, è una sofferta folk-song, sicuramente più adatta al clima della serata. Se queste sono le premesse e se questi blues semplici e radicali saranno il punto di partenza per una nuova svolta, allora forse sappiamo già cosa aspettare febbrilmente per l'anno prossimo. L'album viene pubblicato anche in una versione con il DVD della serata che comprende alcuni brani in più, tutti tratti dal repertorio dei Black Crowes, tranne una cover della dylaniana Forever Young. (Nicola Gervasini)

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