lunedì 15 settembre 2008

DAMIEN DEMPSEY - To Hell Or Barbados


16/11/2007

Rootshighway


VOTO: 7



In Irlanda Damien Dempsey è una specie di istituzione, un artista impegnato nella causa irish che da tempo non manca di governare le classifiche di vendita del suo paese, ma che fino ad ora non era mai riuscito a far uscire la sua musica dai confini della sua terra. To Hell Or Barbados, che per la cronaca è il suo quarto album, potrebbe essere l'occasione giusta, grazie all'attenta produzione di John Reynolds e di tutto il team di Sinead O'Connor, artista con cui Dempsey stringe da anni una amicizia e una collaborazione molto intensa. I musicisti coinvolti, da Sharon Shannon a Caroline Dale, sono tutti delle piccole star in patria, con album in proprio all'attivo, ma va almeno notata la presenza della bella chitarra rock del veterano Marco Pirroni, storica sei corde degli Ants di Adam Ant e da tempo anche lui al seguito della cantante irlandese. To Hell Or Barbados è una sorta di concept album che prende spunto da un fatto storico, la deportazione nelle isole Barbados di 50.000 irlandesi ad opera di Oliver Cromwell, storia spiegata nei dettagli nell'interessantissimo libretto, completo anche di glossario per ben comprendere i termini irlandesi sparsi nei testi, evidentemente non riconoscibili neanche per gli anglofoni. Si spiega anche così il mix di rock di marca irlandese e ritmi caraibici che compone il disco, che parte addirittura con il canto africano Maasai, per proseguire con tre interessanti canzoni in stile più folk come Kilburn Stroll, How Strange e Chase The Light, per proseguire con lo scanzonato reggae di Your Pretty Smile. I momenti migliori arrivano nella parte centrale: Serious è una scurrile spoken-song di incredibile rabbia e intensità, Teachers un ragamuffin veramente divertente dove Dempsey rivendica il prestigio dei suoi maestri di vita rispetto a quelli della scuola tradizionale, vale a dire un corpo insegnanti formato da Johnny Cash, Bob Marley, Woody Guthrie, Billie Holiday, Nina Simone, il folksinger politico irlandese Luke Kelly e Phil Lynott dei Thin Lizzy, giusto per dare una dimensione delle radici del personaggio (da notare che il suo primo album già ribadiva questo concetto fin dal provocatorio titolo, che era They Don't Teach This Shit In School). Dopo la delicata ballata acustica Summer's In My Heart arriva la lunga title-track, decisamente una grande prova da autore per una canzone che trasuda sofferenza per la sorte di donne e bambini finiti in schiavitù tra violenze e abusi, con un refrain che getta benzina sul fuoco del secolare odio tra irlandesi e inglesi (Oliver, molti perdonano ancora i tuoi misfatti, ma i tuoi crimini di schiavitù sono ancora sconosciuti…). Si chiude con un altro lungo brano, l'ipnotica The City, tra campionamenti dub da club londinese e tentazioni elettroniche, forse l'episodio più ostico e discutibile del cd, ma sicuramente testimonianza della piena vitalità creativa di uno storyteller dal canto particolare e dallo stile originale, che con To Hell Or Barbados ci ha ben raccontato delle storie che non hanno ancora smesso di trasudare sangue.(Nicola Gervasini)

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