lunedì 15 settembre 2008

REMMELT, MUUS & FEMKE - The Long Way Around

2007
Rootshighway

VOTO: 6,5


A volervi fare uno scherzo avremmo potuto spacciare questo The Long Way Round, album del trio olandese Remmelt, Muus & Femke, come un disco inedito di Crosby, Stills, Nash & Young. Ci sareste cascati in tanti, ne siamo sicuri. Loro sono una band molto conosciuta in patria, giunta al quarto album di una saga iniziata quasi per scherzo nel 1999. Il fatto di aver avuto l'onore di fare anche da spalla al reunion-tour dei Poco, li ha convinti a ridistribuire questo cd, in verità uscito nel 2005. The Long Way Round assomiglia molto al recente esordio dei Low Stars, ma se quest'ultimo è musica derivativa ma comunque personale, qui siamo alle prese con l'imitazione pura, insomma la differenza che passa tra un pittore che fa un quadro ispirandosi a Picasso da uno che ridipinge la Guernica tale e quale l'originale. E chi bazzica antiquari e falsari sa quanto la seconda cosa in realtà sia molto più difficile della prima, e di fatto questo terzetto di allegri olandesi strabilia davvero per l'ottima produzione e le grandissime capacità di scrivere di loro pugno (nessuna cover) canzoni che davvero sarebbero state credibili anche nei primi anni settanta. Il disco inizia con One Way Or Another, dove Thijs Muus sfrutta l'effetto alla Stephen Stills della sua voce, anche se in verità lui del gruppo è il clone del Neil Young "Harvest-like", imitato in maniera perfetta nei suoi brani Wishing, Love And Me, Gone e Carina's Waltz. Hugo Remmelt è invece il David Crosby della band, assolutamente riprodotto nelle belle I Wonder, New Shoes For Kids, Here Comes The Sun, anche se in Sacred Arms fa il verso a Country Joe McDonald. Mancando un Graham Nash, il ruolo è preso dalla bionda Femke Japing, in verità voce da musa folk alla Judy Collins e che nel finale del disco, dopo aver offerto un proprio brano quasi in stile brit-folk (Move On), si cimenta pure in una protest-song alla Joan Baez (Who Decides?). Consigliato solo ad inguaribili nostalgici. (Nicola Gervasini)

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