10/01/2008
Rootshighway
VOTO: 7
Nel 1989 per l'esordio degli Innocence Mission la A&M scomodò nientemeno che il produttore Larry Klein, marito e collaboratore di Joni Mitchell. Era una produzione in pompa magna nata sull'onda dell'entusiasmo per le enormi vendite ottenute dall'etichetta con Suzanne Vega, e forse anche dall'interesse suscitato l'anno precedente dai Cowboy Junkies di The Trinity Session. Oggi per la longeva band di Karen e Don Peris (a cui si aggiunge il bassista Mike Bitts) i tempi di una certa notorietà sono lontani, e da anni la loro discografia viaggia su sentieri indipendenti e autoprodotti. I primi dischi realizzati con Klein assomigliavano parecchio alla musica dei 10.000 Maniacs, e solo a partire dall'ottimo Glow del 1995 (vicino alle atmosfere dei contemporanei Mazzy Star) la musica della band si è fatta decisamente acustica e si è successivamente votata nei temi ad un certo christian-folk che li ha portati a produrre vere e proprie dichiarazioni di fede come Christ Is My Hope del 2000. We Walked In Song, il loro nono album uscito a marzo del 2007 in Usa, viene ora finalmente distribuito anche in Europa, e rappresenta un punto importante nella storia del trio. La perdita del padre ha spinto infatti Karen Peris ad abbandonare parzialmente le tematiche religiose e l'ottimismo dei dischi precedenti in favore di una scrittura molto malinconica e introspettiva. Il nuovo spleen dell'autrice del gruppo ben si sposa con lo splendido suono delle corde di nylon della chitarra del marito, il cui stile tradisce da sempre la passione per il cantautorato brasiliano. Tutta l'impalcatura di queste 11 canzoni (14 contando i tre inediti aggiunti appositamente per l'edizione europea dalla Fargo) si basa comunque essenzialmente sul gioco tra voce e chitarra dei coniugi Peris, e là dove non arriva la buona penna di lei, arrivano i suggestivi arpeggi di lui, in un gioco affascinante e non stancante anche grazie alla non eccessiva durata del disco. L'apertura di Brotherhood Of A Man è significativa, perché la fratellanza del titolo non viene più trovata come un tempo nella fede religiosa, ma nel semplice sorriso o in un involontario gesto di sconosciuti sufficiente ad alleviare la pena del senso di vuoto lasciato dalla perdita di una persona cara. Ma tutte le canzoni riescono a prendere l'ascoltatore in una morsa di soavi melodie e atmosfere eteree che fanno a cazzotti con il senso di rimpianto e di assenza tutto laico dei testi, un umore che traspare nei brani migliori del cd come Love That Boy, Lake Shore Drive o la poetica My Sisters Return From Ireland. Non sappiamo se questo piccolo gioiellino di melodia e poesia sarà in grado di rilanciare il nome degli Innocence Mission in Europa così come è successo in America, (dove l'album è stato generalmente ben accolto), ma sicuramente riporta nei nostri lettori una band ormai storica che sta ritrovando la giusta vena per tornare a dire qualcosa di importante.(Nicola Gervasini)
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