16/05/2007
Rootshighway
"Ogni volta che torno dagli States sono più convinto dei miei mezzi e delle mie canzoni... lì, infatti, la gente mi capisce al 100%, l'interazione è totale." E' quello che Lorenzo Bertocchini mi ha scritto commentando una delle sue recenti tournè nei locali americani, dove, anche leggendo gli articoli che la stampa locale gli ha dedicato (ad esempio una recensione più che positiva sul Pittsburgh Tribune), è stato davvero trattato come "uno dei loro". Di questo artista varesino ci siamo già occupati in occasione dell'uscita del suo primo album solista Whatever Happens Next... e ci ritorniamo in occasione dell'uscita di questo Live At The Sidewalk Cafè, che è il resoconto di una serata tenuta il 6 dicembre scorso nel locale di New York. Il disco presenta materiale autografo sia proveniente dai dischi con il suo gruppo, gli Apple Pirates (Always On My Mind, Payphones, l'iniziale Obsession #6 e la divertente Stuck In The Cowshit, cantanta con Ruth Gerson, tutti suoi cavalli di battaglia da molti anni), sia dal suo primo disco. Il menù è impreziosito da alcune interessanti cover come Something Like Steve McQueen di Elliott Murphy, I Tried To Be True di Will T Massey, una Marie Marie dei Blasters cantata con l'amico Marco "Crazy legs" Terminio (altro personaggio molto noto tra i laghi del varesotto) e una davvero splendida versione di That's The Way That The World Goes Round di John Prine, mentre per una sentita versione di Forever Young di Dylan lascia il microfono a Ruth Gerson. Probabilmente non sarà questo il cd fondamentale per conoscere bene la sua musica (oltre al già citato primo album, particolarmente consigliato è anche l'album degli Apple Pirates, intitolato ironicamente Greatest Hits, ma si attende anche il nuovo album in studio che pare sia quasi pronto), ma la scioltezza e lo spessore dimostrato davanti ad una platea che certo non si accontenta come quella newyorkese rendono questo live una straordinaria dimostrazione di come anche gli hobo di casa nostra possono competere con quelli originali. Bertocchini poi ha ereditato in pieno il gusto della provocazione e dell'ironia tipica di John Prine o di Loudon Wainwright III, che con Murphy, rimangono sicuramente i suoi punti di riferimento più evidenti. E il suo merito maggiore rimane quello di non vergognarsi mai delle sue origini, perché raccontare la storia di uno "state trooper" che chiede "license, registration" ad un automobilista sulla "New Jersey Turnpike" fa un effetto diverso di dire che un vigile chiede patente e libretto sulla autostrada dei laghi all'altezza di Solbiate Arno…ma solo a noi italiani!. Negli States quando lui canta versi come "It was a rainy night in Bodio Lomnago baby" non ride proprio nessuno. (Nicola Gervasini)
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