martedì 16 settembre 2008

CORONET BLUE - Welcome To The Arms Of Forever

2007
Rootshighway

VOTO: 4

Non saremo certo noi a storcere il naso per i vecchi del rock, ma per il rock vecchio sì. I Coronet Blue ad esempio sono un supergruppo di vecchi rocker: Simon Kirke è un monumento della batteria con Free e Bad Company nel curriculum, Ian McLagan uno di quei tastieristi prezzemolo che ritrovi nel meglio del rock degli anni '70 come session-man e stabilmente nei Faces, Don Dixon e Mitch Easter due produttori fondamentali soprattutto negli anni 80 (insieme hanno prodotto Murmur, il primo disco dei R.E.M.). Grandi nomi dunque, ma a fare da collante c'è John Rooney, un australiano trapiantato in Canada che con la sigla Coronet Blue aveva già pubblicato un album nel 1999, innamorato di una musica alla Big Star o alla Todd Rundgren (lui stesso tira in ballo gli Zombies), un misto di pop e di rock che potrebbe anche essere interessante. Peccato che quello che ci offre Welcome To The Arms Of Forever, a partire da un titolo ed una copertina da dimenticare, è una musica che suona sorpassata, dimenticata. Sembra di sentire quei dischi pubblicati negli anni '80 da molti residuati degli anni '60, quando si tentava di scrivere canzoni che ricordassero i bei tempi flirtando con le sonorità moderne, con il triste risultato di una musica che sembra rock adult-oriented da radio FM americana senza neanche avere però l'appeal melodico giusto. Le canzoni sono insignificanti, sia per i testi assolutamente anonimi, sia per le linee armoniche dozzinali e facilone, per cui tutto il ben di dio di know-how da sala di registrazione portato dai lussuosi partner si vanifica in ballate zuccherose (Looks Like Love) o in riff kinksiani senza fantasia (Make No Mistake o No Kiss Goodnight). Non perdete dunque tempo, se non siete musicisti o tecnici del suono interessati a come si suona e si registra bene un disco, davvero non riusciamo ad immaginare quale interesse possiate avere a sentire queste 12 canzoni.(Nicola Gervasini)

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