domenica 14 settembre 2008

JEFF KANZLER - Black Top Road


25/07/2007

Rootshighway


VOTO: 6,5





Mi chiamo Jeff Kanzler, il mio nome non vi dirà nulla lo so, sono qui per presentarmi a voi in occasione del mio primo disco. Sono un cantautore nato a Seattle ma vivo nelle fredde terre dell'Alaska, dove posso già vantare un mio piccolo seguito locale. La mia musica è molto semplice da descrivere: un classico cantautorato country alla Gram Parsons con qualche spruzzata di tex-mex e un risultato finale che oscilla tra le ballate di Lyle Lovett e quelle un po' sornione di James Ingram. Ci siamo davvero impegnati per incidere questo Black Top Road, ho riunito una serie di validi musicisti della mia zona e ho voluto produrre io perché mi piace che le cose siano fatte a modo mio. Del risultato sono fiero: Black Top Road ha un bellissimo suono, molto pulito, ma non per questo freddo e distaccato, segno che ho lavorato con veri professionisti. Davvero impressionante il livello che può raggiungere una produzione indipendente ormai, vent'anni fa un disco del genere avrebbe avuto quel tipico suono da registrazione da garage che mal si adatterebbe alle mie canzoni. Le canzoni? Non sono un poeta, non mi vanto di essere un grande autore, sono uno di quegli artisti che prende il cuore in mano e lo strizza imbrattando le note col sangue di chi vive le esperienze della vita intensamente. Se mi innamoro scrivo una canzone come Angelina, che magari potrebbe sembrarvi la dedica di un liceale, ma è un brano veramente sentito e questo mi basta. Oppure scrivo quelle belle country-ballad che hanno il ritmo tipico del pigro dondolare di una rocking chair come il singolo Cracked Country Living, un brano che Gram Parsons avrebbe fatto suo, ne sono certo, o ancora meglio Dreams Of Days That Ain't So Stormy, dove ci metto una bella tromba mariachi e qualche arpeggio flamenco e dall'Alaska con l'immaginazione sono subito in Messico. Ci provo anche a diventare più "autore" e con Asheville Undone e Black Top Road raggiungo anche risultati incoraggianti, o magari provate a sentire Kill Molly, una tesa dark-song che molti paragonano al Ryan Adams meno sobrio e dove affiora anche una chitarra elettrica che fende l'aria. C'è da citare magari anche Old Reilly's Jar Of Hopeful Loot, country a 200 allora con una bella tromba che fa tanto Chicago 1920 che riaffiora anche nella jazzata I Will This Time, mentre il resto potete magari immaginarvelo anche solo leggendo titoli come Thinking On Virginia, Field Day, Harborline…Mi hanno detto che il recensore di Rootshighway mi darà solo tre stellette, la cosa non mi sorprende, quella è gente che di dischi come questo ne ha sentiti a camionate, comprensibile che non si scaldino più di tanto. Anzi, quasi quasi lo prendo come un segno più che positivo, bene o male lo considerano a livello della media, e per un disco di esordio è già un bel risultato. Vi assicuro che qui in Alaska Black Top Road basta e avanza per scaldare i cuori: anche questo è un bel risultato. (Nicola Gervasini)

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