2007
Rootshighway
VOTO: 5,5
Ci eravamo già occupati di Donavon Frankenreiter in occasione del suo disco di esordio del 2004, un disco che ci aveva lasciato più di una perplessità . Nel 2006 questo ragazzo canadese è approdato alla benemerita Lost Highway, per il quale ha pubblicato un secondo album intitolato Move By Yourself, che ha avuto anche un certo eco per quel suo stile folk-pop alla Jack Johnson che in questo momento piace tanto alle radio americane. In attesa di capire con un terzo capitolo cosa voglia fare da grande, Frankenreiter licenzia Recycled Recipes, un curioso ep di cover, quasi un modo di avvertire che per il prossimo passo il ragazzo sta ripassando i fondamentali. Che per la cronaca sono: una Wondering Where The Lions Are di Bruce Cockburn se non altro doverosa da parte di un canadese, alcuni classici senza tempo come It Makes No Difference della Band, Fortunate Son dei Creedence Clearwater Revival, Don't Think Twice, It's Alright di Bob Dylan (poteva mancare?) e la sorniona Such A Night di Dr. John. L'unica concessione alla modernità arriva da Theologians dei Wilco di A Ghost Is Born. Perdonateci l'elenco avaro di commenti, ma per raccontare della resa basta parlare di un cantautore soft, immerso in una ragnatela di belle chitarre acustiche, slide, dobro e quant'altro serve a fare un suono caldo e avvolgente. Oppure dire di un cantautore che si piace per come sussurra, come soffia nel microfono con la sua voce profonda, e se dovessimo trovargli un modello recente, non potendo essere sicuri che lui conosca Kreg Viesselman, dobbiamo a questo punto arrenderci all'idea che il ragazzo stia cercando una via più easy-listening tra le difficili pieghe musicali di Ray LaMontagne. Tutto molto carino quanto inutile e monocorde, sarà veramente difficile che il terzo disco possa strabiliarci se non si inventa presto qualcosa di veramente suo anche nel modo di cantare e suonare. (Nicola Gervasini)
1 commento:
Keep up the good work.
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