domenica 14 settembre 2008

THE MUNKS - Heartbreak Numbers

12/12/2006
Rootshighway


VOTO: 5,5

Arriva direttamente dall'Arkansas questa nuova band, un melting-pot musicale in cui riescono a convivere un pianista jazz (il nome del gruppo è un omaggio a Thelonius Monk), un violinista classico, un pedal-steel player rubato ad una band di Nashville-country e un chitarrista con trascorsi pseudo-grunge. Il risultato è un sound sporco, con canzoni in pieno stile alt-country e un piano martellante degno delle più fumose barrelhouse dei quartieri a luci rosse americani. I Munks esordiscono dopo una lunga gavetta fatta di locali e trasmissioni radiofoniche con un album fatto con pochi mezzi e tanta passione e prodotto da Geoff Curran, all'esordio davanti ad un mixer dopo una carriera passata a fare il batterista dei Mulehead, altra band dell'Arkansas capitanata da Kevin Kerby. Il cantante e pianista Aaron Grimm è anche l'autore di tutti i brani, e se il suo piano honky-tonk rappresenta l'elemento caratterizzante del sound, il suo songwriting è indubbiamente il tallone d'Achille su cui lavorare sodo per il futuro. L'album parte benissimo, Million Miles è un buon brano apripista e la successiva Between the Eyes fa davvero pensare al meglio, grazie ad una melodia convincente ben sostenuta dal gruppo. Ma il resto si appiattisce nell'ordinario proprio per mancanza di partiture all'altezza dei grandi, con qualche brano che attira ancora l'attenzione come Blackbird Song e molti altri che non lasciano il segno se non per il buon affiatamento della band. Probabilmente se li potessimo vedere dal vivo, magari impegnati in qualche succosa cover, non potremmo fare a meno di questi numeri spaccacuori, ma in studio manca ancora il sudore, la polvere, l'anima, il chiasso del pubblico, il tintinnare dei boccali di birra e le risate sguaiate. E soprattutto mancano quelle canzoni capaci di zittire tutti anche solo per cinque minuti per sognare, piangere, riflettere,…o per finire la birra. (Nicola Gervasini)

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